ULTIMA CENA
L’iconografia dell’Ultima Cena presenta alcune costanti iconografiche, in ossequio al racconto evangelico, ed alcune varianti, determinate dall’interpretazione degli artisti.
Andrea del Castagno
Immagine dell’Ultima Cena di Andrea del Castagno – Firenze, Santa Apollonia -1445)
Andrea del Castagno, nel Refettorio di santa Apollonia a Firenze,
schiera gli Apostoli dietro una lunga mensa,
in una scena prospettica molto geometrizzata e “moderna”(siamo alla metà del ‘400).
Il punto di fuga dell’architettura è il volto di Cristo.
Giuda è seduto al di qua della mensa,
collocato nella dimensione degli osservatori,
mentre gli altri apostoli sono collocati dietro la candida tovaglia,
stacco cromatico tra il tradimento e la fedeltà.
Leonardo
Ultima Cena Leonardo. 1475 -Totale e particolare della ”piramide” dei 3 apostoli)
Chi non mantiene questo distacco è Leonardo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.
I dodici apostoli sono composti in gruppi di tre,
quasi a formare due piramidi per ogni lato di Cristo.
Gesù però è isolato, ancora punto di fuga dell’architettura,
ma protagonista di un disegno unico e irripetibile che ha nella Cena il suo primo atto: la Resurrezione.
Nella piramide alla destra di Gesù sono raggruppati Giovanni, Pietro e Giuda.
Dunque tre risposte diverse alla stessa proposta:
Giuda tradirà per danaro;
Pietro tradirà per paura;
Giovanni seguirà l’amico fin sotto la Croce.
Leonardo sembra invitarci a riflettere sulle debolezze e sulle generosità
che caratterizzano i comportamenti umani
Giotto
Ultima Cena di Giotto – Cappella degli Scrovegni Padova – 1303)
Un altro grande artista, in precedenza, aveva integrato Giuda nella composizione dell’Ultima cena:
Giotto, nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Qui la prospettiva è molto “intuitiva” (siamo gli inizi del ‘300)
e i commensali sono posizionati attorno alla tavola, alcuni volgendo le spalle all’osservatore.
Giovanni si è addormentato appoggiandosi a sinistra di Gesù, Pietro è sulla destra, poi viene Giuda. Un’inquadratura particolareggiata può accomunare i tre apostoli, come farà Leonardo quasi due secoli dopo. In origine le aureole, che oggi vediamo annerite a causa di reazioni chimiche, erano dorate, con raggi di propagazione, simbolo di irradiazione della Grazia divina. Comprensibilmente Giotto non mette i raggi all’aureola di Giuda.
Il bacio di Giuda – Giotto – Cappella degli Scrovegni Padova)
E che si tratti di Giuda non ci sono dubbi.
In un altro scomparto degli Scrovegni a Padova
Giotto raffigura il bacio del tradimento: Giuda indossa lo stesso vistoso mantello giallo della Cena.
Prof. Giampaolo Livetti
Oggi, Figlio dell’Eterno, come amico
al banchetto tuo stupendo, tu mi accogli.
Non affiderò agli indegni il tuo mistero
né ti bacerò tradendo come Giuda,
ma ti imploro, come il ladro sulla croce,
di ricevermi, Signore, nel tuo regno. (dalla Liturgia)