Testi di Papa Francesco
Una donna e Gesù si sono incontrati.
Lei, adultera e, secondo la Legge, giudicata passibile di lapidazione;
Lui, che con la sua predicazione e il dono totale di sé, che lo porterà alla croce,
ha riportato la legge mosaica al suo genuino intento originario.
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Al centro non c’è la legge e la giustizia legale, ma l’amore di Dio,
che sa leggere nel cuore di ogni persona,
per comprenderne il desiderio più nascosto,
e che deve avere il primato su tutto.
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In questo racconto evangelico,
non si incontrano il peccato e il giudizio in astratto, ma una peccatrice e il Salvatore.
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Gesù ha guardato negli occhi quella donna e ha letto nel suo cuore:
vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata.
La miseria del peccato è stata rivestita dalla misericordia dell’amore.
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Nessun giudizio da parte di Gesù
che non fosse segnato dalla pietà e dalla compassione per la condizione della peccatrice.
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A chi voleva giudicarla e condannarla a morte, Gesù risponde con un lungo silenzio,
che vuole lasciar emergere la voce di Dio nelle coscienze,
sia della donna sia dei suoi accusatori.
I quali lasciano cadere le pietre dalle mani e se ne vanno ad uno ad uno (cfr Gv 8,9)
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E dopo quel silenzio,
Gesù dice: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? …
Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (vv. 10-11).
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In questo modo la aiuta a guardare al futuro con speranza
e ad essere pronta a rimettere in moto la sua vita;
d’ora in avanti, se lo vorrà, potrà “camminare nella carità” (cfr Ef 5,2).
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Una volta che si è rivestiti della misericordia,
anche se permane la condizione di debolezza per il peccato,
essa è sovrastata dall’amore che permette di guardare oltre e vivere diversamente.
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Il perdono è il segno più visibile dell’amore del Padre,
che Gesù ha voluto rivelare in tutta la sua vita.
Non c’è pagina del Vangelo che possa essere sottratta a questo imperativo dell’amore
che giunge fino al perdono.
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Niente di quanto un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio
può rimanere senza l’abbraccio del suo perdono.
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È per questo motivo che
nessuno di noi può porre condizioni alla misericordia;
essa rimane sempre un atto di gratuità del Padre celeste,
un amore incondizionato e immeritato.
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Non possiamo, pertanto, correre il rischio
di opporci all’amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona.