Un tempio per la “Gloria di Dio” e il dono dello Spirito
Nei miei ricordi d’infanzia riaffiora ancor oggi
la bellezza del tempio:
mi affascinava tutto ciò che incontravo
e io correvo libero tra quell’immenso spazio.
Poi papà mi riagguantava con la sua manona
e mi parlava di quel luogo pieno di santità e bellezza.
Il suo volto si faceva severo, quasi assente.
Sembrava estraniarsi dal mondo.
Mi impressionò nei suoi discorsi,
la forza con cui parlava della Gloria di Dio presente nel tempio.
Ancora adolescente fui, tra i primi, esiliato a Babilonia.
Ma che ne era di quella “Gloria”,
ora che vivevamo l’esilio?
Non poteva essere scomparsa!
Nel frattempo mi rendevo conto che il Signore mi stava chiamando come suo profeta;
nelle visioni profetiche che il Signore cominciò a donarmi,
a poco a poco, compresi che quella “Gloria” non ci aveva abbandonato.
Sono certo, non si trattava solo di mie riflessioni;
di notte non c’erano semplici sogni;
giorno dopo giorno appariva evidente che il Signore mi aveva scelto .
In quelle visioni notturne il Signore mi istruiva:
“Questo esilio è il castigo per il mio popolo, per la sua vita sconsiderata, senza fede”,
ma io non l’ho abbandonato,
la mia Gloria è qui con voi, se lo volete vedere!
Anzi va’ dal mio popolo e digli che si converta;
di’ loro che sono sempre qui; se non ti ascoltano, parla loro anche con gesti …»
Mi ritrovai così a vagare per le strade, come un uomo che abbia perso il senno!
Mi fece disegnare sulla terra sabbiosa, città assediate;
mi fece mangiare un rotolo appena scritto;
mi fece tagliare la barba con una spada, in piazza, davanti a tutti;
mi disse di spargerne i peli per tutta la città;
mi costrinse a conservarne alcuni legati al lembo del mio mantello
e mi mandò a spiegare al popolo:
“ Così andrete a finire; questo è il destino della città finchè non si convertirà e ritornerà a me…
ma un resto sarà salvo».
Mi ritrovai a parlare del mio popolo come di una donna amatissima dal Signore;
ma lei l’ha abbandonato, come fa una prostituta.
Mi trattarono come un uomo che abbia perso il senno!
Dov’era la saggezza degli antichi profeti?
Poi gli avvenimenti precipitarono…
Il numero di noi esiliati, cresceva ogni giorno di più;
la speranza ogni giorno si faceva più debole.
Eppure il Signore continuava parlarmi: mi proponeva nuove visioni;
mi parlava di uno Spirito che avrebbe ridato vita alla città;
questo Spirito avrebbe resi nuovi i cuori;
avrebbe soffiato su quanti rimanevano fedeli..
Ma che peso avevano tali parole dette da uno che aveva perso il senno?…
Passarono gli anni; mi ero fatto ormai anziano
e sentivo dentro di me tutte queste visioni ordinarsi e unirsi ai ricordi dell’infanzia.
Davanti ai miei occhi prendeva forma una città nuova, armoniosa in ogni suo dettaglio,
con un tempio splendido al centro.
Ho cercato di fissarla sulla mia pergamena.
Erano troppe le cose da dire, ma a nessuna potevo rinunciare.
Così, le mie ultime pagine sono rimaste – anch’esse – segno di contraddizione:
per alcuni erano pagine troppo difficili ;
altri le ritennero descrizioni troppo minuziose.
E pochi seppero cogliere il fuoco che le animava.
È forse questa la storia di un saggio? Sono pochi a dirlo.
Di certo è la storia di un profeta,
di uno che ha amato e ascoltato il “Signore della Gloria”.
Nota bene dell’editore.
la sapienza di Dio ha molti volti,
non cercarla solo nella compostezza degli atteggiamenti;
perché lo Spirito di Dio sa anche stravolgere…
Per la preghiera
Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti
e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.
Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri;
voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. (Ez 36)
Dalla liturgia
Grande è il Signore e degno di ogni lode, la tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina,
Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato.
Circondate Sion, giratele intorno. Osservate le sue mura,
passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura:
questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre. (salmo 47)
Sostieni in noi, o Dio, la speranza, accresci la nostra fede e il nostro amore filiale
e ricolmaci di grazia secondo le tue promesse.