Pensieri dal cuore di Maria
4 dic. 2020
Annunciazione
Uno scombussolamento totale!
Vivere in grazia è una cosa; sentirsi proclamare “piena di grazia” è tutt’altra cosa.
Quel vortice di titoli dati al futuro nascituro (salvatore, Figlio dell’Altissimo, con un regno senza fine; Figlio di Dio…) mi portava a raccogliere i molti pensieri del nostro pregare; nostro perché l’attesa era condivisa con familiari e amici; tutti sentivamo che la salvezza del Signore era vicina.
Lasciai che fosse il Signore a riordinare i miei pensieri; quanto a me bastava che continuassi sugli antichi sentieri della sapienza del mio popolo; risposi all’angelo: “ Ecco la serva del Signore!”.
Il tempo dell’attesa
Seguirono mesi indimenticabili:
gioia, trepidazione, fatiche.
E in attesa dell’evento: …preghiera.
Le prove, la povertà, le fatiche non mi preoccupavano; piuttosto,
come fare ad accogliere quel bimbo che era di Dio?
Il tempo della manifestazione
Tanti incontri:
i pastori, gli angeli, i Magi.
A tratti ti senti frastornata…
E ti appoggi all’antica sapienza:
serbare nel cuore i segni di Dio e meditarli alla luce della sua Parola.
Il giorno di Cana
Mi ero abituata, certo non dimenticavo la diversità della nostra famiglia; a tratti, tuttavia, mi batteva il cuore pensando a quel Figlio…
Poi quel giorno, vedendo quella famigliola in difficoltà, i miei pensieri si turbarono; confusamente sentivo che il Signore non poteva lasciarci soli. All’arrivo di Gesù mi venne spontaneo: “Gesù non hanno più vino! Questa famiglia, ma anche il mondo intero ha bisogno della gioia di Dio”. Non comprendevo bene ciò che stavo dicendo; poi l’incupirsi del suo volto; una fitta al cuore e d’improvviso trovai chiarezza nei miei pensieri. La via dell’intercessione si faceva accompagnamento: “Fate quello che vi dirà”.
Il tempo della passione
Giungeva anche a me qualche notizia.
Il volto delle amiche,
qualche racconto in paese
dicevano con chiarezza
che l’avversione verso il Figlio
stava crescendo;.
Quasi ogni giorno mi tornavano alla mente
le parole del vecchio Simeone:
“Anche a te una spada trafiggerà l’animo!”.
Le cose precipitarono;
la consueta meditazione della Parola non bastava più.
Bisognava accompagnare quel Figlio;
inginocchiarsi ai suoi piedi;
e lì, sotto la croce,
mi rese pienamente Madre:
“Donna ecco tuo figlio”…
Ripartenza…
Sapevo già che accogliere Giovanni sarebbe stato accogliere i suoi discepoli;
mi venne il pensiero di tornare al cenacolo e lì in pochi giorni ci ritrovammo tutti.
Alla gioia nel raccontare come l’avevano visto risorto,
si aggiungeva la domanda: “Che fare ora?”.
Passavamo molto tempo a pregare, a riprendere tra le mani le sue parole;
cresceva la curiosità e le domande su quello “Spirito” che avrebbe mandato…
Poi venne Pentecoste…