Giovanni:
Mi accorgo di anno in anno che la lettura nel mio vangelo
viene fraintesa per ciò che riguarda l’amico Tommaso.
Qualcuno immagina addirittura che mi fosse antipatico.
Non è così!
In lui ho sempre ammirato la forte schiettezza
assieme ad una intuizione profonda
nel comprendere il mistero di Gesù.
Insomma nel capire chi era il Maestro, lui era più avanti di noi .
Ho ancora ben presente quel giorno in cui Gesù
decise di andare in Giudea, verso Gerusalemme
per incontrare l’amico Lazzaro molto malato.
Lui capì subito che non si trattava di un normale spostamento
ma che si “doveva andare” a Gerusalemme
dove Gesù avrebbe dato la vita per noi.
Aveva già intuito inoltre, che quella strada, sarebbe diventata la nostra.
Lo disse apertamente, con quel filo di ironia che lo caratterizzava:
“Andiamo anche noi a morire con lui!”.
Ci fu tra noi chi intese la frase come una battuta.
Andrea:
Nell’ultima cena Gesù parlava dell’imminente sua passione
e ci invitava ad avere fiducia dicendo:
“Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia in me.
Vado a prepararvi un posto; e del luogo dove io vado, conoscete la via”.
Tommaso intervenne deciso: “Signore, non sappiamo dove vai;
come possiamo conoscere la via?»
E’ come se avesse prestato la sua voce a ciascuno di noi;
descriveva il disagio e il bisogno che sentivamo
di qualche parola più chiara,
che ci consentisse di vivere quel momento
così confuso nel nostro cuore. Lui era più avanti di noi…
Pietro:
Mi sono chiesto tante volte perché fosse uscito quel giorno
e non fosse presente con noi quando arrivò Gesù Risorto;
forse non sopportava l’atmosfera cupa che c’era tra noi;
forse faticava a comporre i suoi pensieri,
pensando da una parte all’annuncio delle donne:
“Non è qui, è risorto”
e, dall’altra, alla concretezza della sua morte.
Quando rientrò, gli abbiamo raccontato la meraviglia che ci era capitata;
nell’entusiasmo del momento
ci eravamo quasi dimenticati di tutta la sofferenza da Lui patita…
Con il rigore che lo distingueva sempre, ci richiamò:
“Se dimentichiamo i segni della sua passione,
non sapremo annunciare la bellezza della sua risurrezione!
lo devo vedere le piaghe delle sue ferite, per dare ordine miei pensieri”.
Giovanni:
Quando venne, otto giorni dopo,
fu Tommaso a riassumere la gioia della nostra fede,
con le parole più belle che ho lasciato nel mio vangelo:
“Mio Signore, e mio Dio!”
Davvero, lui era più avanti di noi…
Oratorio feriale 2021: noi ci siamo e ci speriamo!
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