La samaritana

Per pregare in famiglia

Prepariamo un pezzettino di Chiesa in casa nostra:

scegliamo la stanza più ordinata,
mettiamo una bella tovaglia o un tappeto sulla tavola,
aggiungiamo alcuni segni che aiutano a ricordare che è Quaresima:
un piattino di terra o meglio di sabbia a ricordare il deserto
l’icona di questa domenica
una ciotola d’acqua a ricordare la sete che abbiamo di ascoltare Gesù
un cero .
Accanto (o davanti) allo schermo tv ( se è in un’altra stanza, va bene lo stesso) appoggiamo la Bibbia più bella che abbiamo in casa mettiamo un segno nella pagina dove troviamo il racconto della samaritana.

Duccio di Boninsegna – Samaritana

Ci mettiamo tutti intorno alla tavola in piedi, mani giunte, abbassiamo un attimo il capo; ci concentriamo.
Poi la mamma ci invita a fare un segno di croce.
Mentre il papà, accompagnato dal fratellino/sorellina più piccoli vanno a prendere la Bibbia
e la depongono con grande cura sul tavolo,
si accende il cero e si prega così:

“Signore, dammi la tua acqua, perché non abbia più sete!”

Ripetiamo questa preghiera 4 o 5 volte, sempre più lentamente fino a sentire che entra nel cuore.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Giovanni 4,1-42)

Il vangelo di oggi è molto lungo; vi proponiamo di leggerlo in forma dialogata (la trovi qui)
(vedi allegato sul sito), con molta calma; è un modo per cominciare a concentrarci su alcune parti.
Nota bene: se lo leggiamo con i ragazzi si possono saltare i versetti dal 31 al 38

Vi offriamo tre piste di riflessione

(va da sé che potete sceglierne anche una sola)

Il percorso della donna samaritana

Ci concentriamo sulle parole della samaritana e ricostruiamo il cammino della sua fede, cioè il suo cammino di avvicinamento a Gesù.

– Sottolineiamo le parole più interessanti della donna
– Raccogliamo la parola o la frase che riassume meglio questo cammino.
– Rispondiamo insieme a questa domanda:
Qual è l’atteggiamento, la disposizione del cuore che le consente di incontrare Gesù?

– Curiosità
– l’insoddisfazione per la sua vita
– un cuore in ricerca

Scegliete uno tra questiproposti (oppure aggiungetene uno vostro)
e chiacchieratemi un po’ insieme.

Chissà quante belle risposte verranno a cominciare proprio dai nostri ragazzi.
Se ne avete voglia mandatecele. Il vostro impegno di fede fa sempre bene anche noi preti.

Seconda pista:

Ci concentriamo sulle parole di Gesù e raccogliamo il suo amore per tutta l’umanità
Sottolineiamo le parole più interessanti (questo punto è meglio che ciascuno lo faccia personalmente)

Ci domandiamo: qual è il dono più grande che Gesù fa alla donna?

– Le vuole bene
– Le apri il cuore
– Gli dona lo Spirito
– La rende “apostola”, annunciatrice del Vangelo

Scegliete uno tra quelli proposti (oppure aggiungetene uno vostro) e chiacchieratemi un po’ insieme.

Ci domandiamo: qual è il dono più grande che Gesù fa alla donna?

– Delicatezza
– coraggio
– amabilità
– La sua stessa persona

Scegliete uno tra quelli proposti (oppure aggiungetene uno vostro) e chiacchieratemi un po’ insieme.

Concludiamo la nostra preghiera.

Prima di fare nostra la preghiera insegnataci da Gesù, esprimiamo la nostra fede con le parole dei Samaritani

Papà: “Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo,
Tutti: noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo”.

Padre nostro

 

Terza pista (riservata agli adulti). La samaritana, i discepoli, Gesù.

In un momento “nostro

leggiamo i versetti 31-38 e domandiamoci: cosa significano?

prima di procedere resistete un po’ cercando qualche vostra soluzione;
(naturalmente potete mandarcela scritta.

A questo punto, se serve, leggete la mia riflessione

Tocca ai discepoli imbattersi col passaggio più “duro” di questo incontro di Gesù.
Tornati dalla città con le provviste, pare già gran cosa a loro riconoscere,
senza scandalizzarsi, il fatto che Gesù abbia allargato i confini della sua accoglienza ad una donna, samaritana per giunta.
Ma Gesù ha per loro una “rivelazione” assai più grande,
che comprenderanno solo, in modo adeguato, dopo la sua risurrezione.

Dice Gesù: “Ho un altro cibo da mangiare”; mio cibo è fare la Volontà del Padre”.
Sembra dire: “la gioia di questo incontro non è una storia conclusa;
essa comprende il dono della mia vita per la salvezza di ogni uomo.
La rivelazione che la samaritana ha colto è un anticipo
di ciò che la mia morte-risurrezione svelerà e proporrà ad ogni uomo.

Già ora se ne percepiscono i segni:
questa gente che ha accolto la Parola della samaritana e mia,
è l’anticipo di ciò che voi stessi vedrete dopo la mia Pasqua;
della semina amorosa che è l’intera mia vita,  voi sarete i mietitori.

Addolcite il cuore con qualche parola del Papa

È evidente che in alcuni luoghi si è prodotta una “desertificazione” spirituale,
frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza Dio
o che distruggono le loro radici cristiane.
Lì «il mondo cristiano” sta diventando sterile, e si esaurisce,
come una terra supersfruttata che si trasforma in sabbia?».
Anche la propria famiglia o il luogo di lavoro possono essere quell’ambiente arido
dove si deve conservare la fede e cercare di irradiarla.
Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto,
che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere,
la sua importanza vitale per noi, uomini e donne.
Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere;
così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni,
spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio,
del senso ultimo della vita.
E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che,
con la loro stessa vita,
indichino la via verso la Terra promessa e così tengono viva la speranza?».
In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore
per dare da bere agli altri.
A volte l’anfora si trasforma in una pesante croce,
ma è proprio sulla Croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi
come fonte di acqua viva. Non lasciamoci rubare la speranza! (Evangelii Gaudium n. 86)

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