Celebrazione della morte del Signore

VENERDÌ SANTO

 

Celebrazione domestica per famiglie
con adolescenti e giovani proposta dalla Diocesi di Milano

La famiglia si raduna presso l’angolo della croce o nel luogo stabilito. Su un tavolino si preparano una tovaglia e uno o più ceri spenti. Il crocifisso è collocato sulla tovaglia, accanto al cero o ai ceri. Se la celebrazione si svolge alla sera, se possibile, si mantengano le luci un po’ soffuse.

RITO INIZIALE

Finita la preparazione, dopo un istante di silenzio ci si alza in piedi e uno dei genitori inizia la preghiera con il segno della croce.

G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen.

RITO DELLA LUCE

Durante il rito della luce vi invitiamo ad accendere la candela e le luci
della stanza. Poi si canta o si recita il lucernario.

Qui trovate l’audio.

L. Dio disse: sia la luce, e la luce fu.

T. Rallegratevi sempre in Dio, come astri nel mondo brillate.

L. Unica speranza: la Croce di Gesù.

T. Rallegratevi sempre in Dio, come astri nel mondo brillate.

L. Dio disse: sia la luce, e la luce fu.

T. Rallegratevi sempre in Dio, come astri nel mondo brillate.

 

ASCOLTO DELLA PAROLA

Tutti si siedono. Una persona legge il Vangelo
(oppure più lettori si alternano a ogni stacco del testo riportato di seguito).

Passione del Signore nostro Gesù Cristo secondo Matteo

(27,1-56)

Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua ». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sa-bactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

Tutti si alzano in piedi o si mettono in ginocchio, mentre si spoglia l’angolo della preghiera: si spengono e si rimuovono il cero o i ceri, si toglie e si piega la tovaglia, lasciando solo la croce.

Dopo alcuni istanti di silenzio, mentre tutti restano in piedi, si conclude la lettura del racconto della Passione.

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’era-no Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO

Terminata la lettura del Vangelo si rimane un istante in silenzio; poi si può ascoltare la riflessione dell’Arcivescovo
che trovate qui.

ADORAZIONE DELLA CROCE

Per introdursi al momento dell’adorazione della croce tutti leggono insieme l’Antifona (cfr. Gal 6,14):

T. Di null’altro mai ci glorieremo

se non della croce di Gesù Cristo, nostro Signore:

egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione;

per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati.

Oppure si canta:

Ti saluto o croce santa
che portasti il Redentor
gloria lode onor ti canta,
ogni lingua e ogni cuor.

Quindi, con calma e nel silenzio, uno alla volta, tutti si portano presso la croce e la baciano. Quando tutti hanno terminato chi guida la preghiera recita l’orazione:

G. Preghiamo.

O Dio che hai redento l’uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito, a quelli che adorano la croce concedi la liberazione dal peccato e la vita eterna che dalla stessa croce è scaturita. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

PREGHIERA UNIVERSALE

Ci si siede. A turno ciascuno legge una preghiera e tutti gli altri rispondono.

L. Preghiamo per la santa Chiesa. Signore, concedile pace e unità, proteggila su tutta la terra e donale di perseverare con fermezza di fede nella professione del tuo nome.

T. Amen. (Oppure: Ascoltaci, Signore).

L. Preghiamo per papa Francesco, per il nostro vescovo Mario, per i vescovi, i preti e i diaconi. Signore Dio nostro, custodiscili con paterno amore perché sotto la loro guida il popolo cristiano, di cui tu sei il pastore unico e vero, cresca nella fede.

T. Amen.

L. Preghiamo per tutti quelli che svolgono un ministero nella

Chiesa, per le famiglie e per tutto il popolo di Dio: tutti i mem‑

bri della comunità ti possano servire con fedeltà e fantasia. T. Amen.

L. Preghiamo per i catecumeni e per coloro che stanno imparando a conoscerti: apri i loro cuori alla tua misericordia perché ricevano il perdono di tutti i peccati e siano sempre uniti a Gesù, nostro Salvatore.

T. Amen.

L. Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo. Signore Dio nostro, che riunisci i dispersi e li serbi nell’unità, guarda con amore al gregge del Figlio tuo; raccogli nell’integrità della fede e nel vincolo della carità quelli che un unico battesimo ha consacrato.

T. Amen.

L. Preghiamo per i figli del popolo ebraico. Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione.

T. Amen.

L. Preghiamo per quelli che non credono in Cristo. Dio onnipotente ed eterno, ai nostri fratelli che camminano alla tua presenza in sincerità di cuore, ma non conoscono Cristo, concedi di trovare la verità; e a noi dona di crescere nella carità reciproca e di vivere più profondamente il tuo mistero di salvezza per essere nel mondo testimoni più credibili del tuo amore paterno.

T. Amen.

L. Preghiamo per quelli che non credono in Dio. Padre onnipotente ed eterno, che infondesti nel cuore degli uomini così profonda nostalgia di te, che solo quando ti trovano hanno pace, concedi ai nostri fratelli di scorgere nel mondo i segni della tua bontà e, vedendo la testimonianza di amore di quelli che credono, di riconoscerti con gioia come unico vero Dio, padre di tutti.

T. Amen.

L. Preghiamo per quelli che sono chiamati a reggere la comunità civile. Dio onnipotente ed eterno, nelle tue mani sono le speranze degli uomini e i diritti dei popoli; illumina coloro che ci governano perché promuovano, anche in questo momento difficile, il progresso sociale e morale, e la libertà civile e religiosa.

T. Amen.

L. Preghiamo per i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario. Dio che tutto puoi, custodisci coloro che ogni giorno lottano per il bene di tutti e fa’ che ti sentano presente e vicino.

T. Amen.

L. Preghiamo Dio Padre onnipotente perché salvi l’umanità da ogni male: allontani le epidemie, vinca la fame e l’ignoranza, abbatta i muri di ogni separazione, liberi gli oppressi, protegga chi è in viaggio, conceda il ritorno ai lontani da casa, la consolazione ai sofferenti, la salute ai malati, ai morenti la salvezza eterna. O Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti e sostegno dei deboli, ascolta il grido dell’umanità sofferente e accorri in suo aiuto perché tutti si rallegrino di avere sperimentato la tua misericordia.

T. Amen.

L. O Dio onnipotente ed eterno, che hai abbandonato il tuo unico Figlio alla morte di croce perché tutti noi, chiamati a morire con lui, potessimo con lui rinascere alla vita, dona ai nostri fratelli, che nella fede hanno lasciato questo mondo, di entrare nella gioia della luce senza fine.

T. Amen.

Ciascuno, se lo desidera, può aggiungere un’intenzione di preghiera.

RITO DI CONCLUSIONE

Terminate le preghiere d’intercessione, chi guida la preghiera recita la seguente orazione:

G. Preghiamo.

O Dio, che ci hai dato come modello di umiltà e di pazienza

Gesù Cristo nostro fratello e nostro redentore morto in croce per noi, donaci di accogliere gli insegnamenti della sua passione e di condividere la sua gloria di Salvatore risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen.

Poi conclude:

G. Benedetto il Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. T. Amen.

G. Il Signore ci benedica e ci esaudisca.
T. Amen.

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