Noemi e Rut

Donne sapienti

29 nov. 2020

NOEMI :

Sono proprio stanca, mi sento sfinita, la vita è stata proprio avara con me:
Mi sono rimaste Orpa (Orpa significa “colei che volge il dorso”) ,
e Ruth (Rut significa “amica”), due care ragaz­ze, le mie nuore…
Ma è ormai tempo che compia anche questo distacco.
Io sto per rientrare nel mio paese, dove mi dicono che sia giunta un po’ di prosperità,
ma loro non possono venire con me, lì sarebbero straniere, e non riuscirebbero certo a rifarsi una vita.

NARR.:

La vita di Noemi (che significa “grazia”) non era sta­ta facile:
suo padre aveva voluto per lei questo bellissimo nome: pienezza, saziata, grazia;
aveva incontrato nella sua giovinezza Elimelech (“Dio è il mio re”),
con lui avrebbe voluto vivere un’esistenza felice nella fede sincera in Dio; ma non fu facile.
Quasi subito una grave carestia li costrinse all’esilio nella terra di Moab;
ai figli che il Signore concesse loro vollero dare nomi che ricordassero il dramma del popolo lontano:
Kilion (fragilità), Ma­clon (malattia),
e il destino volle che ancor giovani fossero loro strappati.
Anche Elimelech se ne andò presto, lasciandola sola.
Le nuore, due donne di quel paese, per lei straniero, erano rimaste vedove giovanissime
e vivevano, con lei, in gran povertà.

NOEMI:-
Carissima Orpa, carissima Ruth, è tempo che ci lasciamo;
me ne torno nel mio paese, a Betlemme (Betlemme significa “casa del pane”);
là mi è rimasta qualche amica, forse anche qualche parente;
un po’ d’affetto e qualche elemosina mi basteranno per gli ultimi anni di questa vita amara.
Ma voi, non potete venire con me; là sareste straniere e non sarebbe facile trovare marito;
rimanete qui, sarà più facile rifarvi una vita.
Certo mi mancherete, .. .ma è giusto così!

RUTH : No, noi verremo con te, nella tua terra!

NOEMI:
Tornate indietro, figlie mie! Perché venire con me? Non ho altri figli da darvi come mariti.
Tornate indietro! Sono troppo infelice per potervi giovare; la mano del Signore è stesa contro di me.

NARR.: Piansero di nuovo; poi Orpa baciò la suocera e partì, ma Rut non si staccò da lei.

RUTH: Non insistere; dove andrai tu, andrò anch’io;
il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio;
dove morirai tu morirò anch’io.
Il Si­gnore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi sepa­rerà da te.

NARR.: Così fecero il viaggio insieme fino a Betlemme.
Giungendo a Betlemme le vecchie amiche la riconobbero: «E’ Noemi!».

NOEMI : Non chiamatemi Noemi, chiamatemi piuttosto Mara, Ama­rezza :
io ero partita piena e il Signore mi fa tornare vuota; ecco la mia vita.

NARR.: Cominciava la mietitura dell’orzo e Ruth andò a spigolare dietro i mietitori.
Era questo il modo, per i poveri, di procurarsi un po’ di cibo.
Per caso si trovò nella parte della campagna ap­partenente a Booz (che significa “forza in lui”),
che era della fa­miglia di Elimelech.
Ed ecco, quando arrivò al campo chiese al servo che sorvegliava i mietitori :

BOOZ : Di chi è questa giovane ?

SERVO: E’ una giovane maobita, è tornata con Noemi.
Ha detto: «Vorrei spigolare e raccogliere dietro ai mietitori».
E’ da stamattina che non smette di lavorare.

BOOZ :- Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo;
non allontanarti da qui, ma rimani con le mie giovani. Nessuno ti darà noia.
Quando avrai sete, va a bere dagli orci ciò che i giovani avranno attinto.

NARR. : Rut si prostrò con la faccia a terra.

RUT :- Per quale motivo ho trovato grazia ai tuoi occhi, io che sono straniera?

BOOZ : Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera
e come hai abbandonato tuo padre, tua ma­dre e la tua patria
per venire presso un popolo che prima non co­noscevi.
Il Signore ti ripaghi quanto hai fatto e il tuo salario sia pieno da parte del Signore,
Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venu­ta a rifugiarti.

RUT : Possa io trovar grazia ai tuoi occhi!
Tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva,
benché io non sia neppure come una delle tue schiave.

NARR. : Booz diede ai suoi mietitori questo ordine:
«Lasciate cadere di proposito un po’ d’orzo… è tutto il giorno che fatica!».

NARR. :Così giunti a sera Rut consegnò a Noemi, sua suocera, un bel mucchio d’orzo.

NOEMI: – Chi ti ha aiutato a racimolare con tanta abbondanza?
Sia benedetto il Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà, verso i vivi e verso i morti.

NARR. : Ascoltando la storia, a Noemi tornò in mente che Booz, era un loro lontano parente,
uno dei pochi rimasti ai quale spettava il diritto (che spesso diventava pesante dovere)
di sposare la vedo­va Rut. Le disse :

NOEMI : Figlia mia, Booz è no­stro parente.
Ecco, questa sera deve ventilare l’orzo sull’aia.
Su’ dunque, profumati, avvolgiti nel tuo manto e scendi all’aia.

NARR. : Quella sera Booz mangiò, bevve e aprì il cuore alla gioia,
poi andò a dormire accanto al mucchio d’orzo.
Verso mezzanotte si svegliò con un brivido, si guardò intorno ed ecco, una donna gli giaceva ai piedi.

BOOZ : Chi sei ?

RUT : Sono Rut, tua serva ;
stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto.

BOOZ : Sii benedetta dal Signore, figlia mia !
Questo tuo secondo atto di bontà è migliore del primo,
perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi.
Ora non temere, figlia mia: io farò per te quanto dici,
perché tutti i miei concittadini sanno che sei una donna virtuosa.

NARR. : Quale non fu la gioia di Noemi il giorno delle loro nozze
e an­cor più il giorno in cui nacque Obed.
La videro spesso tenere quel bimbo tra le sue braccia e narrare a lui le tante storie del suo popolo.
Le concludeva tutte con un suo ritornello:

«Il Signore sia sempre il tuo re (Elimelech, mio sposo);
non voltarti mai agli dei stranieri;  (Orpa, moglie del mio primo figlio)
sii sempre amico suo e di tutti. (Ruth, moglie del mio secondo figlio, tua madre)
Malattia e fragilità non mancheranno nella vita, (Chilion e Maclon, l miei figli)
ma tu sii forte, (Booz, tuo padre)
sii sempre servitore di Javhe (Obed, nipote mio)
Quanto a me, sono stata davvero riempita di grazia,
il mio nome è davvero “Noemi”!.

 

Conclusione postuma, quasi alla papa Francesco!

Rut parlava spesso al suo bambino di quanto fosse saggia nonna Noemi :
«La sua fede le ha dato forza e coraggio in ogni situazione – diceva»;
e Noemi gli raccontava volentieri della bella amicizia che aveva con la mamma
e lo esortava a stimare il senso di giustizia del papà,
manifestando così, ancora una volta quanto fosse saggia.

E nelle nostre case c’è la saggezza
di chi si fida,
di chi ha occhi per i poveri,
di chi pratica la giustizia?

 

 

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