Zaccaria e la sapienza del popolo

Una “sapienza” conquistata


Una tristezza nel cuore

Ai nostri giorni, la benedizione di Dio,
aveva una traduzione molto chiara per i nostri occhi: vita, salute, terra e discendenza.
Io ed Elisabetta abbiamo cercato di vivere proprio così,
svolgendo bene i nostri compiti, in ascolto di Dio.
…Eppure una grande tristezza ha abitato i nostri cuori,
ci mancava un pezzo importante di questa benedizione: la discendenza.
Non avevamo figli, e questo velava i nostri occhi;
a tratti eravamo immersi nel buio dell’amarezza e della delusione.
“Cosa abbiamo fatto di male, Signore?”.
Era duro continuare a credere nella Parola del Signore.

Il fatto

Quel giorno toccava a me svolgere le funzioni sacerdotali nel Tempio.
E’ sempre un’emozione intercedere per il popolo presso Dio,
far salire a Dio il profumo dell’incenso e la preghiera del popolo.
Quel giorno peraltro, attraversando l’assemblea, vidi nei loro occhi un’attesa speciale.

Sono assorto in preghiera; il tocco di un angelo mi scuote;
mi assale il “timore”; capisco di essere testimone di un momento sacro, speciale:
il mostrarsi di Dio.
Stretto tra il tocco dell’Angelo e la preghiera del popolo…

L’Angelo Gabriele parla; capisco che quella visione è per me, proprio per me:
“Non temere, Zaccaria, poiché la tua insistente preghiera è stata ascoltata
e tua moglie Elisabetta ti genererà un figlio, che chiamerai Giovanni. E sarà gioia per te…”.
Dio ha una parola per me; ha letto il profondo del mio cuore.
Sono lento a comprendere e a credere;
non riesco a credere; è troppa la delusione provata; non voglio ricominciare a soffrire …
Così la mia voce non ha più suono, divento muto.

La visione e il popolo.

Sono così preso da quello che mi sta capitando che dimentico l’attesa del popolo.
Sento la loro preghiera che continua.
Una preghiera accorata di un popolo la cui vita è amara,
Non posso più aspettare devo uscire; devo andare da loro.

Mi trovo incapace di dire parole; mi resta solo tra le mani il profumo dell’incenso.
Ma la fede di questo popolo nella visita di Dio è così grande, irrinunciabile,
e trovano un senso anche al mio mutismo;
Saggezza vuole che faccia tesoro della loro fede; devo imparare da loro.

Il Signore non si smentisce nella cura che ha per noi.
Approfitto di quei giorni di mutismo, per pregare, riflettere, pensare,
guardando al mio cuore con gli stessi occhi di Dio.
Mi sgorga un canto;
nel giorno della circoncisione di Giovanni lo condivido con mio popolo!

“Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente…
Ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
Possiamo servirlo senza timore,
in santità e giustizia, per tutti i nostri giorni…
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo…

Il segno del nome

Lascio a voi d’immaginare quale non fosse anche la gioia di Elisabetta
e fu bello, nel nostro pregare, scoprire insieme
che la nostra storia risuonava già nei nostri nomi:
Gabriele:    Forza di Dio
Elisabetta: Giuramento e fedeltà
Zaccaria:     Alleanza
Giovanni:    Dio fa Grazia

 

 

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